In Italia va tutto bene e l’unico modo per mantenere questo stato di ottimismo, è quello di non dare notizie che possano turbare l’animo dell’italiano.
Screditare Wikileaks, dedicando troppi minuti nei telegiornali per dimostrare che il premier è in forma e non affaticato dai festini, dare spazio alla morbosa curiosità della cronaca nera e non fare un mezzo commento del 44° rapporto del Censis, anzi non farne cenno, è diventata la strategia base di chi gestisce la comunicazione nello stivale.
Un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio e un’Italia appiattita che stenta a ripartire, questo è quanto è emerso nell’ultimo rapporto del Censis,
I problemi nel Bel Paese sono molti e lasciati da parte, in attesa, forse, che si risolvano da soli. C’è un disinvestimento individuale del lavoro, come spiegato in una nota del Centro studi, e stiamo andando controcorrente: “Mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dalla crisi, prevede l’attivazione di tutte le energie professionali con l’auto-imprenditorialità, l’Italia – patria del lavoro autonomo e imprenditoriale – vede ridursi in questi anni proprio la componente del lavoro non dipendente”.
Cala l’imprenditoria, gli occupati e sono i giovani ad aver subito maggiormente l’effetto della crisi. Il 34,4% della popolazione riterrebbe che la classe politica litigiosa sia: “il principale problema che grava sulla ripresa economica del Paese, prima ancora della elevata disoccupazione (29,6%), e soprattutto sulla possibilità di realizzare gli interventi. Molti dei provvedimenti varati negli ultimi anni hanno avuto un modesto impatto reale”.
Ma a preoccupare, nel rapporto, è che in Italia esiste una società appiattita, che di conseguenza diventa negativa per tutti i soggetti presenti in essa: “Una società ad alta soggettività, che aveva costruito una sua cinquantennale storia sulla vitalità, sulla grinta, sul vigore dei soggetti, si ritrova a dover fare i conti proprio con il declino della soggettività, che non basta più quando bisogna giocare su processi che hanno radici e motori fuori della realtà italiana”.
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