Rovigo – Habemus Pupi


Da sinistra il direttore Finesso, Geremia Gennari ed il commissario Vitti

Geremia Gennari torna alla guida del parco dopo oltre due mesi di commissariamento, ma senza il voto del centrosinistra.

Habemus Pupi. Fumata bianca, quindi, dalla sede del parco del Delta del Po Veneto, che venerdì scorso ha rieletto Geremia Gennari, detto Pupi”, presidente dell’ente parco, dopo oltre due mesi di inutile commissariamento.
Quindici giorni per condividere un documento e di attesa, con il risultato che il centrosinistra ha abbandonato il consiglio, senza votare il presidente: “Abbiamo partecipato, in queste due settimane, alla stesura di un documento condiviso – spiega Marinella Mantovani, assessore provinciale del Pd -, ma siamo stati tagliati fuori completamente dalla gestione”.

Paola Sacchetto, la vice presidente nell'accordo Pdl Lega, e Degrandis

Pdl e Lega, infatti, hanno firmato un loro documento, specificando che la presidenza andava a Gennari (Pdl) e la vice presidenza a Paola Sacchetto (Lega Nord). I due partiti di maggiornaza si sono spartiti anche i revisori dei conti, oltre che aver parlato del ruolo del direttore: “Ancora si continua col bilancino a suddividere le “poltrone” – continua la Mantovani -, tralasciando la rappresentanza della minoranza e il rispetto della dignità politica delle parti, arrivando a dividere, probabilmente in modo illegittimo e a dichiararlo persino pubblicamente il posto di direttore”; si torna con un documento condiviso, quindi, ma con un consiglio ancora più spaccato di prima.
Critiche pesanti anche da Angelo Motta, delegato della presidente della Provincia, Tiziana Virgili, che punta il dito contro Gennari accusandolo di essere: “l’unico uomo politico che può essere defenestrato da un partito politico (Lega) e presentarsi dopo due mesi leggendo un accordo siglato proprio con quel partito. Il presidente Zaia ha usato la scusa dell’alluvione per giustificare la mancata nomina dei quattro consiglieri (ed il conseguente commissariamento). Dovrebbe sapere meglio di me presidente – rivolto a Gennari – che il consiglio scadeva il 4 ottobre mentre l’alluvione si è verificata il primo di novembre, quindi se Zaia vuole raccontare frottole le racconti in consiglio regionale, non qui”.

L'assessore provinciale Marinella Mantovani, mentre annuncia che il centrosinistra abbandonerà il consiglio

Se in questi enti di secondo livello, è diventata abitudine dare la presidenza alla maggioranza e la vicepresidenza alla minoranza, in questo caso la Lega ha voluto per sé il posto di “ufficiale in seconda”.
Ivano Gibin, inoltre, assessore di Porto Tolle del carroccio (che Motta accusa di essere stato colui che ha voluto il commissariamento), ha spinto per la nomina della Sacchetto e al momento del voto si è creata una crepa nella maggioranza portotollese.
Silvana Mantovani, assessore di Porto Tolle del Psi, è uscita dal consiglio appoggiando la scelta del centrosinistra, mentre Achille Fecchio, delegato del sindaco, sempre di Porto Tolle, Silvano Finotti (Pd), ha appoggiato la candidatura della Sacchetto, non condividendo la scelta fatta dal centrosinistra.
È palese, quindi, come il parco regionale sia sotto ostaggio della politica locale, dei litigi, del “poltronificio” che non stanno portando a nessun sviluppo del territorio e dell’ente parco.

Un paio di domande, quindi, sono lecite:

Angelo Motta, Delegato del presidente della Provincia

È questa la politica che dà risposte al territorio?
No. Dopo due mesi di commissariamento, tenendo in stand by un ente, e una spudorata spartizione delle poltrone, è la prova concreta di quale siano le reali priorità della politica.

Chi ha vinto?
Di sicuro non il territorio e se queste sono le basi per la crescita di un’ente, allora lo sviluppo è ancora ben lontano.

2 pensieri su “Rovigo – Habemus Pupi

  1. Comunque una provocazione aperta sia per il centrodestra che per il centrosinistra… Ho apprezzato il voler stilare un documento condiviso, coinvolgendo soprattutto il territorio. Peccato per il finale amaro, per un passo avanti, ne sono stati fatti tre indietro

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