Italiani: i “più meglio”


Si fomenta rabbia contro gli immigrati accusandoli di rovinare il “Sistema Italia” mentre svaniscono nelle tasche di italiani corrotti miliardi di euro.

Quando un politico ti invita a guardare la pagliuzza nell’occhio, meglio controllare che non ti stia pure invitando a sederti su travi appuntite.

Breve storia di come la corruzione ci stia lasciando in mutande.

Clandestini

Altro capolavoro della comunicazione (Autore sconosciuto, si pensa sia leghista)

Sono gli immigrati a mettere a rischio il sistema Italia. Almeno è questo il messaggio che qualcuno (Lega Nord ad esempio) vuol far passare.

Già. Come dice Salvini nelle sue campagne: 2.500 immigrati vogliono distruggere la nostra società e lo sguardo volge verso Lampedusa (ad esempio), mentre più a nord poche persone  intascano tangenti di milioni di euro, tuttavia sono i disperati a rovinarci.

Come spesso si nota nei social network, immigrato o profugo (da notare come una buona percentuale non sappia la differenza tra i due casi) è sinonimo di ladro e/o disonesto.

Evoluzione della specie

Imparare l'onestà

Un libro da far circolare

Gli italiani sono “i più meglio” (vi sono correnti di pensiero che si tratti di vero e proprio caso di Homo Honestus ida – ironia dell’autore). Persone civilizzate che non sono xenofobe (no, questo no dai – ida) ma semplicemente esseri evoluti in grado di fare 1+1.

Per molti: immigrato uguale a ladro. Tuttavia, spesso anche Politico è uguale a ladro, ma non si spiega come mai vi sia un forte razzismo (no, scusate, una logica che punta a disprezzare etnie di altri paesi – ida) da una parte e rinnovata fiducia verso la politica.

Ad esempio:

Raffaele Fitto è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per i reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti ed abuso d’ufficio, per una presunta tangente da 500mila euro in un appalto da 198milioni.

Raffaele Fitto è stato il secondo più votato nelle Europee 2014, il primo nel Sud.

Saremo pronti?

Saremo pronti?

Qualcosa non torna? Andiamo oltre.

Se guardiamo a Nord “Padroni a casa nostra” dove il sistema di corruzione oramai dimostra di essere ben oliato e funzionante a pieno regime, troviamo l’imprenditore vincentino Enrico Maltauro, arrestato dalla procura di Milano, a raccontare il sistema “cupola” dell’Expo. Sistema spiegato anche da Angelo Paris e, nonostante le ammissioni dell’Ad, il gruppo Maltauro, avrebbe annunciato che non ci sarà nessuna risoluzione del contratto.

 Capito?

Spostandoci più a est, verso Venezia, scopriamo che il progetto Mose (un sistema di dighe per salvaguardare Venezia) è stato in grado di bruciare un miliardo di euro in tangenti e consulenze inutili, in un cantiere costato 5,6 miliardi di fondi pubblici.

Ad oggi, sono stati certificati 22,5 milioni di euro in tangenti, suddivisi tra sindaci, presidenti di Regione, magistrati delle acque, Corte dei conti, consiglieri regionali ecc. (fermo restando che tutti sono innocenti sino a che la sentenza non dimostrerà il contrario).

Mose

“Ecco a voi il Sistema” come ha affermato l’Osservatorio Ambiente e Legalità di Venezia (progetto di Legambiente Veneto) “Alimentato da soldi pubblici per opere dall’utilità incerta e dal certo, e immenso, impatto ambientale” (clicca qui per leggere l’intero comunicato stampa).

In questo sistema sono stati pizzicati esponenti di centrodestra e centrosinistra (con nomi “illustri” come Giancarlo Galan e Renato Chisso, a quest’ultimo il governatore del Veneto Luca Zaia ha tolto le deleghe alle Infrastrutture e alla Mobilità), purtroppo solo dopo le Europee.

A questo punto, andiamo ad unire i fondi rubati dai partiti dal ’93 in poi, quando nel famoso referendum per l’abolizione al finanziamento pubblico ai partiti gli italiani votarono al 90,30% per il sì. Nel dicembre dello stesso anno, fu votata la prima legge sul “Rimborso Elettorale” ed in 15 anni i partiti si sono portati a casa 1,5miliardi di euro.

I risultati del referendum del '93

I risultati del referendum del ’93

Non siamo stati truffati? Molti di loro sono ancora presenti in parlamento (rinnovata la fiducia).

Tirando le somme: il costo della corruzione in Italia (padroni di rubare a casa nostra, in pratica) non saranno i 60miliardi di euro all’anno, come spiegato dalla corte dei Conti, ma il calcolo toccherà comunque diversi miliardi di euro, se cominciamo a sommare tutte le inchieste fatte solo in questo ultimo biennio.

Tuttavia possiamo fare i conti, guardando in altre direzioni.

La corruzione (fonte Unimpresa) ha fatto diminuire gli investimenti esteri del 16% ed aumentare del 20% il costo degli appalti.

Tra il 2001 ed il 2011 la corruzione ha fatto svanire 10 miliardi di euro all’anno di Pil (per un totale di 100 miliardi in dieci anni ecco qui l’articolo)

Leggendo il Giornale (o gli esponenti leghisti): “basta con le ipocrisie”!  Mentre il foglio di Sallusti spiega quanto quanto costa alla cosa pubblica il fenomeno dell’immigrazione irregolare tra il 2005 ed il 2012, scopriremo chi si tratta di 1 miliardo e 668 milioni di euro (dei quali 280milioni stanziati dall’Europa), noteremo che non sono gli immigrati clandestini ad essere un lusso che non riusiamo permetterci, ma la classe dirigente politica ed il suo seguito.

Calcolando che un detenuto costa 124 euro circa al giorno, lo Stato arriverà a spendere 909 milioni di euro (nel 2013) per i detenuti clandestini, dei quali 568 milioni potrebbero essere risparmiati se si applicasse la convenzione di Strasburgo dell’83, inserita nell’ordinamento italiano nell’89. (In soldoni, far scontare la pena nel Paese di origine).

Quindi non si parla né di amnistia né di indulto (così non mi date del buonista).

Migliorare le politiche migratorie, inoltre, porterebbe anche ad un ulteriore calo della spesa relativa i detenuti stranieri, per il problema corruzione, invece, la soluzione non sembra ancora essere a portata di mano.

O non vogliamo vederla.

Insomma, a tirare le somme (se si è letto per bene il tutto, ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni) non è l’immigrato clandestino a minare il Sistema Italia, ma l’italiano stesso: il corruttore, il corrotto e chi prima vota e poi riflette (parafrasando Antonio Albanese) o chi, invece, non esercita il suo diritto di voto.

Vorrei uno slogan più efficace per risollevare l’orgoglio italiano:

“Onesti a casa nostra”

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