Basta sudditanza politica verso le lobby: L’importanza di andare a votare


Ieri sera durante la moderazione di un dibattito politico a Rosolina, molto partecipato (poi diventata un’intervista pubblica, visto che uno dei due candidati è andato via), ho voluto chiudere l’incontro con una riflessione; più o meno quanto segue.

La provincia di Rovigo in questi ultimi sessant’anni non ha avuto uno sviluppo vero e proprio. Dall’alluvione del ’51, sino ad oggi, effettivamente quali grosse possibilità di sviluppo ci sono state? La pesca, ora in crisi, ha portato benessere nella zona del Delta tra Porto Tolle e Rosolina, ma sempre per opera di cittadini privati, che si sono rimboccati le maniche ed hanno costruito ciò che oggi la politica sta cercando di distruggere, non dico appositamente, ma forse per ignoranza sul settore.

Il Delta del Po ha subito le estrazioni di acque metanifere, dal ’38 al ’64, con un conseguente fenomeno di subsidenza (abbassamento del livello del suolo) che ha toccato un picco di -4 metri rispetto il livello del mare, con una media di -2 metri circa. Uno solo ci ha guadagnato, il territorio, invece, ha perso su tutti i fronti.

Per riassettare un’area vasta ci sono voluti 4miliardi di euro (come indicato dai consorzi di Bonifica) in totale dal ’64 al 2010 per ricostruire: argini, idrovore, ponti ecc. senza calcolare i danni conseguenti alle alluvioni (connesse alla subsidenza) e i danni all’agricoltura (per ogni metro cubo di gas, veniva estratto un metro cubo di acqua salata, poi gettata nei fossi della bonifica).

Negli anni ’70 fu costruita la centrale ad olio combustibile di Enel a Polesine Camerini, a Porto Tolle, nel cuore del Delta del Po, ma non c’è stato un vero e proprio sviluppo della comunità, dato che senza centrale, con la pesca in ginocchio, per via delle nuove norme comunitarie, non esiste altra possibilità di lavoro.

Da due anni è attivo il rifassificatore di Porto Levante (Porto Viro), che non ha dato il lavoro sperato, dando come indennizzo al territorio solamente 12milioni di euro, frutto di un accordo tra provincia di Rovigo, Adriatic Lng (che gestisce il terminal) ed il consorzio di sviluppo del Polesine (Consvipo).

Poco lavoro, una cifra insufficiente per ripagare l’impatto sul territorio ed un’area di 2 km quadrati interdetta al settore della pesca. Inoltre, secondo l’accordo di programma firmato, la società doveva provvedere ad un campionamento della zona ogni sei mesi, dato che il rigassificatore getta in mare acqua fredda e cloro, e metterli a disposizione, tramite Ispra e Arpav, alla Provincia di Rovigo, e solo alla fine dello scorso anno si è riusciti ad avere i dati di pre insediamento (presentati il febbraio prima).

Sempre la società ha ignorato la richiesta di un protocollo integrativo per un osservatorio della pesca, proposto da Consvipo, oltre ad avere un contenzioso aperto con la Regione Veneto per sul lato delle accise.

Ora c’è la riconversione della centrale Enel di Polesine Camerini a carbone pulito, unica speranza, a quanto pare, per le aziende locali, dato che il mondo politico in 60 anni non ha fatto nulla (o ben poco) per creare altre opportunità di lavoro, lo stesso mondo politico che a 14 anni dalla costituzione del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, ancora non ha trovato un accordo per il piano ambientale del Parco.

QUESTI SONO I “SUCCESSI” DELLA POLITICA, NELLA PROVINCIA DOVE VIVO.

È importante, quindi, leggere ATTENTAMENTE i programmi dei candidati sindaci, chiedere chiarimenti sui punti poco chiari, chiedere quale parte del programma sarà fattibile, dove andranno a cercare i fondi per un piano di sviluppo del territorio intelligente ed ecosostenibile.

BASTA A SUDDITANZA, mezza Italia sta pagando, tra trivellazioni, inquinamento, mala gestione delle risorse, l’elettore è il primo guardiano del proprio territorio e deve fare sentire la sua voce.

Questo fine settimana, il 15 e 16 maggio andare a votare è un DOVERE, per dire BASTA ad una politica che guarda gli interessi di pochi ai danni di molti. 

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