[Articolo di Nicola Cappello su “Il Resto del Carlino” di Giovedì 14 ottobre 2010]
Processo all’isola artificiale del Terminal Gasiero. Dopo un iter processuale lungo poco più di tre anni, sembrerebbe essere giunti alle battute finali. Nella mattinata di lunedì sono state avanzate le richieste di condanna da parte del pubblico ministero Manuela Fasolato, dopo una lunga requisitoria, raccolta in un documento di oltre centocinquanta pagine.
In totale sono sette gli imputati del processo, che si sta svolgendo ad Adria, e nelle richieste di condanna sono state tenute conto le attenuanti generiche ed il fatto che gli interessati sono tutti incensurati. Per Douglas Scott Miller amministratore delegato di Adriatic lng (la joint venture tra Edison, ExxonMobil e Qatar) all’epoca dei fatti, è stata richiesta la pena complessiva più alta: un anno di reclusione, per Raimondo Riccio Cobucci dieci mesi di reclusione, per Claudio Forni cinque mesi di reclusione, per Jean Curutchet sette mesi e dieci giorni di reclusione, per Graziano Ingegneri sei mesi di reclusione.
Per Piergiorgio Baita è stato espresso parere favorevole per l’oblazione, in questo caso è stato richiesto che venga pagata la metà del massimo dell’ammenda pari a 39mila euro, (l’ammenda per la contravvenzione commessa era di 26mila, ma aumentata fino fino al triplo per la continuazione sino a 78mila) oltre al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, per Baita il pubblico ministero Fasolato ha richiesto una pena di sei mesi di reclusione, ma nel caso l’oblazione non fosse ammessa o il pagamento non avvenga, la richiesta di reclusione sale a otto mesi.
Per il sindaco di Porto Viro, Geremia Gennari (vicesindaco e con delega all’urbanistica all’epoca dei fatti), è stata richiesta una pena di quattro mesi e venti giorni di reclusione.
Nei reati contestati, oltre a quella della mancanza della Via e permesso di costruire, è prevalsa l’accusa di aver danneggiato una zona del delta del Po, nella posa della condotta.
Proprio sul punto delle autorizzazioni era stato ascoltato Geremia Gennari, agli inizi del maggio scorso, dato che aveva partecipato alla conferenza dei servizi che si era tenuta a Venezia nel dicembre del 2005 e che avrebbe dovuto risolvere i quesiti posti dalla commissione comunale sulla costruzione del metanodotto.
Il problema infatti era sorto perché la commissione tecnica edilizia integrata del Comune, dopo le valutazioni, aveva dato parere favorevole solo ad alcune parti del progetto, visti i vincoli paesaggistici, e c’erano stati dei problemi ad interpretare alcuni articoli del piano d’area. Proprio durante la conferenza era stato spiegato che il parere della Soprintendenza avrebbe superato quanto espresso dal comune.
L’isola artificiale serviva come base fissa per il trivellamento orizzontale controllato, in pratica la trivellazione sarebbe passata sotto gli scanni del Delta del Po, evitando quindi di danneggiare questa difesa idraulica naturale, passando a venti metri di profondità.
L’opera inoltre è rimasta parzialmente danneggiata dopo qualche mese di sequestro, avvenuto da parte della Procura. Il fatto sarebbe avvenuto, secondo il consulente della difesa, perché l’isola non era stata messa in sicurezza dalla forza del mare, causando così il cedimento di una delle pareti.
Nella giornata di oggi (Giovedì 14 ottobre) l’iter processuale continuerà e dopo la richiesta del pubblico ministero, sarà il turno della parte civile ad avanzare le proprie richieste. Sempre nella giornata di oggi sarà sentita anche la difesa del sindaco portovirese Geremia Gennari, affidata all’avvocato Luigi Migliorini, mentre nei prossimi giorni sarà ascoltata la difesa degli altri imputati. La sentenza da parte del giudice della sezione distaccata del Tribunale di Rovigo di Adria, Miazzi, dovrebbe essere prevista per novembre.