Non è facile essere il presidente del Parco del Delta del Po. Significa essere il presidente di una realtà che deve ancora prendere una forma concreta, significa operare in un territorio dove il Po ancora viene visto con diffidenza, significa operare in un’area dove la popolazione sta continuando a diminuire.
Non è nemmeno facile convincere i polesani che c’è un futuro per il territorio, grazie allo sviluppo del turismo sostenibile. Chi ci abita ha sempre visto il Polesine come una provincia “sfigata”, eppure il suo delta, unico in Italia, è una delle zone umide più importanti d’Europa, è una delle tappe preferite del turista ambientale, ma ancora fatica a decollare.
Il Parco sta ancora prendendo forma. È stato costituito nel 1997 con una apposita legge regionale che ha dato vita all’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, ed è dal ’97 che si sta lavorando al piano ambientale del parco.
Sotto l’attuale amministrazione, il presidente Geremia Gennari, in carica dal dicembre del 2009, è stata avanzata la proposta di passare il piano provvisorio del parco a definitivo, ogni comune è stato invitato a limare qualche area. Inoltre, nel piano sono state tolte tutte le aree preparco e quelle contigue, e sono stati aggiunti i comuni di Adria, Loreo e Papozze.
La proposta che ha fatto più scalpore è stata quella di Porto Tolle che ha “limato” 1400 ettari, dal piano provvisorio, togliendo gli scanni.
“Togliere gli scanni dal piano ambientale – è stato il commento di Gennari – è un’offesa in tutti i sensi al Parco”.
Per l’amministrazione portotollese, gli scanni risultano già essere tutelati come Zps e Sic e quindi “non avrebbe senso includerli nel Piano di tutela del Parco”; la proposta, come spiegato a suo tempo dall’assessore Roberto Pizzoli, che da mesi sta lavorando alla proposta, è il frutto di diversi tavoli di incontro con le realtà economiche e le associazioni di categoria locali.
Inoltre, vicino allo scanno di Boccasette esiste un progetto per la realizzazione di un villaggio da duemila posti letto e la creazione di un parcheggio da 1500 posti circa, per cercare di sviluppare il turismo nel comune portotollese: “È a questo che il Parco si oppone? – è stato il commento del sindaco di Porto Tolle, Silvano Finotti – Finalmente qualcuno parla di turismo con la ‘T’ cubitale ed il presidente del Parco cosa fa, dice no? Se è così è giunto il momento di fare una seria riflessione sull’opportunità che Porto Tolle rimanga ancora all’interno di questo ente e considerato che per bocca del presidente, il Parco è Regionale, si inizi un serio ed attento ragionamento con i vertici politici regionali”.
“Riteniamo che visto lo spessore proposto non sia di nostra competenza decidere – continua Gennari -, in più diciamo che da incontri fatti, abbiamo cercato una qualche forma di accordo, ma non è stato possibile raggiungerlo. Non entriamo nel merito delle scelte del comune, diciamo solo che sul territorio insistono decisioni e non ci assumiamo la responsabilità di dare il consenso”; perciò il braccio di ferro, molto probabilmente sarà spostato in Regione Veneto, che dovrà approvare o meno, in consiglio regionale, la proposta di Porto Tolle ed approvare o meno il piano ambientale del Parco del Delta del Po, fermo da oltre dieci anni.