Zaia: “Situazione grave. Serve uno stanziamento straordinario”
Almeno 100milioni di euro, è questa la cifra stimata dei danni economici dovuti alle continue precipitazioni.
“Chiedo al Consiglio dei Ministri un intervento immediato – scrive il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in una lettera inviata a Berlusconi -, che riconosca compiutamente la situazione di crisi che si è determinata in Veneto, decidendo uno stanziamento straordinario per aiutare l’economia veneta a risollevarsi. Il rischio è che i tempi della ripresa non siano compatibili con le dinamiche economiche della società reale. La particolare situazione economico-finanziaria, produttiva ed occupazionale nella quale si trova la nostra regione necessita di una particolare ed eccezionale attenzione da parte del Governo centrale. Solo con un consistente intervento statale sarà possibile aiutare l’intero territorio veneto a riprendersi e a ricominciare con la stessa determinazione che ha sempre caratterizzato le genti venete.
L’abnegazione e l’impegno indefesso delle Istituzioni, dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell’Ordine, dell’Esercito, della Protezione Civile in tutte le sue articolazioni, dei volontari, del servizio sanitario regionale e dell’intera popolazione civile hanno probabilmente scongiurato il peggio, ma tutto questo non basta. E non basteranno nemmeno le ordinarie risorse che, in conseguenza dello stato di emergenza, il Governo stanzierà, come di consueto”.
Il governatore ha sottolineato che quanto sta accadendo, nemmeno la storica alluvione del ’66 è in grado di reggere al confronto: “in 72 ore, straordinarie ed incontrollabili precipitazioni hanno messo in ginocchio l’intera economia regionale, creando pesanti disagi a tutta l’area settentrionale delle penisola”.
Zaia, oltre a ricordare il blocco dell’A4, ha indicato i dati del maltempo: 50 centimetri d’acqua caduti nelle sole zone di pianura contro i 20 centimentri del 1966; 500mila persone interessate dall’evento calamitoso; 121 Comuni colpiti, 3mila sfollati; più di 20 argini rotti con conseguenti tracimazioni; innesco di fenomeni franosi su più versanti; intere parti di città capoluogo sommerse dall’acqua.