[Intervista di Nicola Cappello, apparsa sul il Resto del Carlino di Rovigo nel mese di Ottobre]
I fatti li hanno resi tristemente famosi. Dal piccolo Tommy ucciso nelle campagne di Parma, a Hagere, violentata uccisa ad Imperia. Piccoli protagonisti di una storia drammatica, portata alla conoscenza tramite i media.
“Bambini con le ali” è il libro scritto da Gilberto Greguoldo nato a Contarina nel ’59 e residente a Porto Tolle: “Questo libro non ricostruisce una cronologia giornalistica del fatto – spiega l’autore -, ma fa rivivere l’avvenimento dal punto di vista del bambino. La cronaca parlava dei fatti ma io ho voluto dare voce a quel bambino, pensare a chi poteva diventare nella sua vita, a cosa poteva aver provato in quel momento, tornare alla centralità della notizia”.
Storie vere ed un contesto inventato attorno ad un fatto reale: “Nessuno può sapere in verità cosa pensava il bambino, tutti siamo stati bambini e tutti possiamo immaginare, può essere tutto sbagliato ma anche tutto giusto, l’importante è sapere che quel bambino in quel momento stava pensando, a cosa poco importa”.
A chi è rivolto il libro?
“L’ho scritto per chi non legge libri, infatti, la scrittura è semplice e scorrevole, come quella di un bambino. La speranza è che chi legge faccia un’analisi sul perché succedono certe disgrazie. Alcune storie derivano da fatalità, altre dalle persone”.
Quali sono stati i commenti di chi lo ha letto?
“Che è molto toccante, molti non riescono a leggerlo più di un capitolo alla volta”
Non è mai stato contattato da uno dei famigliari?
“Avuto dei contatti di un’associazione nata dopo la morte di Tommaso, con le persone che la gestiscono, si sono riservate di invitarmi a Parma per il prossimo anno. Inoltre, sono stato contattato da un medico dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. Questo medico segue i bambini in oncologia e mi è stato chiesto di presentare il libro”.
Che significato ha la foto di copertina?
“Ho semplicemente cercato di dare un’idea di cosa contiene il libro, tanti cappuccetto rosso traditi dal lupo cattivo della morte, in più l’ho fatto attraverso una foto che ha per me un grande significato personale”.
Quale messaggio vuole lanciare con questo libro?
“Infondere un messaggio di amore verso i bambini che diventi rispetto con il passare degli anni perché adesso che siamo adulti tendiamo a dimenticare di essere stati bambini”.