Il governo fa dietro front sulla questione nucleare, ora si teme per il raggiungimento del quorum.
Soprassedere al programma nucleare, con l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari in Italia, può significare due cose: una chiara ammissione di sconfitta o semplicemente rimandare la questione, quando il disastro di Fukushima cadrà nel dimenticatoio.
Tutto rimandato, quindi, grazie al decreto legge omnibus, che ha chiamato il senato ad esprimersi, e la maggioranza tira un sospiro di sollievo.
Quindi, il 12-13 giugno, non ci sarà il referendum sul nucleare, ma continuerà ad esserci quello sull’acqua e sul legittimo impedimento.
È inutile dire che quanto successo in Giappone, dopo il terremoto, è stato l’elemento trainante del Referendum, il quesito che avrebbe potuto portare tanti italiani alle urne, per raggiungere il quorum.
È evidente, anche, che il timore più grande per il Premier non riguardava solo la questione nucleare, ma quella sul legittimo impedimento, che se abrogato con voto popolare, andrebbe a capovolgere alcuni dei tanti sondaggi sventolati in piazza da Berlusconi, che lo vedrebbero come leader indiscusso.
Il popolo fa paura e senza fare nulla rimane a guardare, senza poter dire la sua su un diritto di esprimersi, oramai chiaro per l’abrogazione e quindi per il Sì, quindi, di conseguenza è chiaro come si stia facendo di tutto per evitare che il referendum raggiunga il quorum.
Rimangono ancora due quesiti importanti, messi in secondo piano dalla recente vicenda nipponica: l’abolizione della privatizzazione del servizio idrico ed il legittimo impedimento [clicca per visualizzare i quesiti].
L’invito è chiaro, andare a votare: è il diritto ed il dovere di ogni cittadino. Se la maggioranza è così sicura di rappresentare il volere popolare, che faccia maggior informazione, dato che di referendum, sino ad ora, in pochi ne hanno parlato direttamente.
Se sei favorevole all’abrogazione vota SI’, se non sei favorevole all’abrogazione vota NO…