Il clientelismo ammazza la coerenza


Se un pastore portasse le pecore in un pascolo pericoloso, ma facilmente raggiungibile, piuttosto che in uno sicuro ma più lontano, solo perché le pecore minacciano di cambiare pastore se fanno fatica, lo si potrebbe considerare una guida sicura?

Eppure è successo così. La politica per paura di perdere voti ha fatto una cosa simile, invece, di fare il proprio ruolo, quello di guidare i cittadini in uno sviluppo magari più lento ma consolidato e idoneo per la zona interessata, ha deciso di prendere la via più corta.

Il consiglio regionale del Veneto si è comportato da buon “patronus” modificando una propria legge, per aggirare una sentenza del consiglio di stato, segno di una politica decadente che non ha più il ruolo di guida ma di una categoria che deve semplicemente dire alla gente quello che vuole sentirsi dire e basta.

Dopo tre giorni di lotta da parte di una piccola parte della minoranza, alla fine ha vinto il clientelismo politico, che ha modificato una legge che tutelava un’area dall’ecosistema delicato per favorire pochi.

L’articolo 30 della legge regionale 36/97 è stata modificata, per spianare la strada alla riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini, ma perché nella modifica di legge non si parla di fare una comparazione?

Davanti alle leggi “ad personam” il Pd come opposizione al Governo aveva denunciato più volte il pericolo che si stava correndo a livello nazionale, ma davanti ad una legge “ad aziendam” è calato il silenzio dalla maggior parte degli attori, compresi i bastian contrari.

I due senatori del Partito Democratico Francesco Ferrante, tra l’altro responsabile dei cambiamenti climatici per il partito, e Roberto Della Seta, dovevano presentare un emendamento contro la finanziaria, nei punti dove si modificava una legge per Enel, ma non è stato fatto.

In Veneto il Pd, in perfetto stile Ponzio Pilato, si è astenuto dal votare la modifica di legge, tranne uno dei suoi consiglieri, Graziano Azzalin che ha votato a favore, mentre la maggioranza è stata compatta. Solo Italia dei Valori e Federazione della Sinistra, almeno, hanno dimostrato la coerenza di preparare degli emendamenti contro questa legge.

Un cittadino esprime un voto per essere rappresentato, dando massima fiducia (sin troppo spesso si vota per simpatia) al candidato, perché prenda delle posizioni per il bene del territorio.

La cantilena in Veneto è sempre stata la stessa: 2,5miliardi di euro (si omette che solo 350milioni sono destinati alle aziende locali) 3.500 posti di lavoro nella fase di picco del cantiere che durerà minimo 5 anni; tutto questo in una realtà inserita all’interno di una delle zone sic e zps più grandi d’Europa.

È chiaro che la maggior parte della classe politica, non ha fatto altro che accontentare l’elettorato, usando la solita cantilena, anche se molti di loro erano poco convinti. In dieci anni non si è creato sviluppo alternativo, non sono stati fatti investimenti per far crescere la zona, Nogara Mare, Romea Commerciale, sfruttamento delle vie fluviali, tutte parole al vento e progetti che ancora sono rimasti sulla carta, ma che dovevano partire in questi anni, non più avanti.

Inoltre, si è creato un precedente pericoloso, poiché può nascere il rischio che altre aziende facciano gli stessi passi, cercando di vantare diritti su aree protette.

È chiaro che è stato un altro caso di strumentalizzazione fatta solo per accontentare l’elettorato, nascondendo le proprie colpe e dicendo alla gente quello che voleva sentirsi dire, ma si sa, citando Shakespeare, che: “Siamo spesso da biasimare in questo, è ben provato che con un’aria devota e un’azione pia inzuccheriamo lo stesso diavolo”.

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