“Il fenomeno Berlusconi sta morendo”


(Intervista di Benoît Vitkine su Le Monde, per leggere l’articolo originale [clicca] )

Sono passate diverse settimane, da quando Gianfranco Fini ha annunciato la sua rottura con Silvio Berlusconi. Con le dimissioni dei finiani nel governo, si è passati all’azione.

Quattro membri del governo di Silvio Berlusconi si sono dimessi lunedì. Gianfranco Fini, un ex alleato di Berlusconi, tira le fila di questa crisi politica. Per Fabio Liberti, direttore di ricerca presso l’Istituto di relazioni internazionali e strategici (IRIS), Fini è determinato a porre fine alla carriera del presidente del Consiglio.

A Settembre, Gianfranco Fini, aveva annunciato la morte del “Popolo della Libertà” il partito creato da lui assieme a Silvio Berlusconi. All’inizio di novembre, aveva chiesto le dimissioni del cavaliere e lunedì sono arrivate le dimissioni dalle cariche del governo dei componenti di “Futuro e libertà”, una rottura completa ed irreversibile. Fini si è definitivamente tolto il vestito del buon figlio della coalizione, pronti ad accettare qualsiasi compromesso.

Che cosa sta cercando?
In primo luogo c’è una dimensione personale a questo conflitto. Le relazioni tra i due uomini sono molto degradati. Per tutta l’estate, il quotidiano della famiglia Berlusconi (il Giornale) ha avviato procedimenti contro Fini, anche contro la sua ragazza ed il fratello.
Fini sa che l’Italia sta vedendo la fine di un’era: il fenomeno Berlusconi sta morendo. Gli italiani sono delusi del bilancio del primo ministro, sono stanchi degli scandali giudiziari e sessuali. Berlusconi appare ora come l’uomo degli anni ’90 e Fini vuole incarnare una destra moderna, aperta ed integra.
Causando la caduta di Berlusconi, Fini sta cercando di non cadere con lui. Ma attenzione a non seppellire Berlusconi troppo in fretta: si tira fuori il meglio quando si è alle strette… o in campagna elettorale.

Questa crisi potrebbe portare a elezioni anticipate?
Questa è una delle ipotesi, anche se la situazione è ancora confusa. Ufficialmente, Fini propone Berlusconi di formare un nuovo governo in cui il suo partito, Futuro e libertà, dovrebbe avere un maggiore peso.
Ma in realtà, i suoi membri non voteranno la fiducia a Berlusconi, in un voto previsto dopo l’approvazione del bilancio nei prossimi giorni, e il blocco è inevitabile. Se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non troverà la maggioranza accadrà, com’è probabile, che pronunci lo scioglimento anticipato delle camere.
Questo è l’unico scenario di speranza di Berlusconi. Egli è fiducioso di poter vincere le elezioni nella prossima primavera, mentre la sinistra non è ancora pronta.

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