Enel primo “produttore” di Co2 in Italia (e il quarto in Europa)


Greenpeace ha reso noto i dati pubblicati dal Carbon Market Data, l’istituto che raccoglie dati sulle emissioni di anidride carbonica in Europa da parte dei grandi impianti industriali.
I numeri parlano chiaro e sembrano dare ragione all’associazione ambientalista: 78milioni di tonnellate di CO2 emesse solo nel 2011 e questo rende il colosso energetico il primo emettitore assoluto in Italia ed il quarto in Europa.

Inoltre, i dati mostrati dimostrano un aumento delle emissioni di 10milioni di tonnellate, rispetto il 2010, nonostante il periodo di crisi.

“È la conferma di un primato negativo che già conoscevamo e che l’azienda si ostina a negare – è il commento di Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – Non solo Enel mente, ma denuncia chi osa ricordarle quanto emette e i danni che produce. Un atteggiamento che non ti aspetti da un’azienda che si pubblicizza come ‘l’energia che ti ascolta’”.

Greenpeace aveva già avviato l’operazione “Bollette Sporche”, recapitando nelle case di 100mila italiani i dati sui veri costi ambientali, sanitari ed economici inflitti in Italia dalla produzione elettrica da carbone. Enel, secondo quanto segnalato dall’associazione, avrebbe intenzione di denuciare Greenpeace: “e risponde alle accuse – spiegano in una comunicazione – con dati inesatti o fuorvianti”.

Pochi giorni fa Enel aveva risposto all’iniziativa di Greenpeace (risposta che non è arrivata o sarebbe stata pubblicata), ma l’associazione accusa l’azienda di aver solo scritto bugie.

La prima segnalata è questa: “le attività dell’azienda […] si svolgono nel pieno rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente e la salute”.

“Falso – spiegano dall’associazione -. Enel è già stata condannata, anche per “emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico” per la centrale di Porto Tolle (centrale ad olio combustibile in attesa di essere convertita a Carbone ndr). Per quella stessa centrale tutto il management risulta oggi rinviato a giudizio per “omissione dolosa di cautele contro disastri”. Altre indagini sono in corso – anche per omicidio colposo – in relazione alle emissioni della centrale a carbone di Brindisi. Su cui, inoltre, sono aperte inchieste per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e disastro ambientale”.

La seconda sarebbe stata identificata in questo punto: “circa metà dell’energia elettrica che Enel produce è priva di qualunque tipo di emissione, compresa l’anidride carbonica”.

“Non è così – continua Greenpeace -, se a livello globale quella percentuale è inferiore al 50 per cento e in Italia supera di poco il 40. Nella stima di Enel è inclusa anche la produzione nucleare, il cui livello di pericolosità va ben oltre le emissioni di CO2. Ma quanto viene emesso per produrre oltre il 50 per cento dell’elettricità fatta da Enel? Alcune delle sue centrali, a livello europeo, sono tra le più inquinanti, come testimoniato anche dall’Agenzia Europea per l’Ambiente”.

Il terzo punto contestato è dove Enel sostiene di avere: “in programma investimenti nelle fonti rinnovabili per oltre 6 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, un impegno che ha ben pochi paragoni a livello globale”.

“La verità è che gran parte dei 6 miliardi – commenta l’associazione -, su un piano complessivo di oltre 27, è destinata a grandi impianti idroelettrici in Sud America e non riguarda le nuove tecnologie rinnovabili. Per un confronto, la banca Goldmann&Sachs ha annunciato di stanziare 40 miliardi di dollari nelle rinnovabili nei prossimi 10 anni e ha un fatturato annuo inferiore alla metà di quello di Enel”.

L’ultimo punto contestato è quello dove il colosso energetico ricorda che: “solo il 12 per cento dell’energia elettrica italiana è prodotta con il carbone contro una media europea di circa il doppio”.

“Con questa affermazione l’azienda parla d’altro per non ammettere la verità – concludono -. Greenpeace non contesta il dato nazionale della produzione di elettricità da carbone, bensì fa riferimento al carbone di Enel, i cui documenti riportano una produzione che nel 2011 ha superato il 41 per cento”.

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