Speciale Elezioni 2013 – Futuro a rischio con la legge Porcata


Roberto Calderoli, ideatore del Porcellum

Roberto Calderoli, ideatore del Porcellum

Tutte le riforme fatte dal governo tecnico di Mario Monti, oramai lo sanno anche i sassi, hanno avuto un solo obiettivo: spremere la popolazione meno abbiente; ed è comunque un fatto da non dimenticare.

Anche la nuova legge elettorale, con il taglio del numero dei parlamentari e l’abolizione del Porcellum, era una riforma estremamente urgente, sia per garantire una stabilità politica, sia per permettere un ulteriore taglio importante alla spesa pubblica.

Appurato con i fatti, quindi, che il sacrificio doveva essere fatto solo da quella parte della popolazione già vessata in passato (avete visto patrimoniali serie?) ora si dovrà tornare alle urne con la consapevolezza che non si potrà scegliere il proprio candidato e che per i prossimi cinque anni dovremo mantenere un elevato numero di parlamentari, ottenendo gli stessi problemi che ha un’azienda con un esubero di personale (solo che questi “dipendenti” sono ben tutelati).

Mario Monti, il Pd apre al centro per garantire una futura stabilità?

Mario Monti, il Pd apre al centro per garantire una futura stabilità?

Che lo stesso ideatore della legge, Roberto Calderoli (Lega Nord), l’abbia definita testualmente “una porcata” fa capire come vengono fatte molte normative in Italia (troppe volte su misura).

Come accadde per il referendum che ha voluto togliere i finanziamenti ai partiti (quello del ’93) che fu disatteso con la reintroduzione dei rimborsi elettorali, il porcellum ha disatteso (come la legge Mattarella) l’altro referendum del ’93, che abrogò la normativa elettorale proporzionale per il senato, passando al sistema maggioritario.

Porcellum i punti critici

Via i collegi uninominali e tolto il diritto di scegliere il candidato

Con la legge Calderoli sono stati tolti i collegi uninominali e creato un sistema di liste bloccate, lasciando che fossero i partiti a decidere in base alle loro graduatorie i parlamentari, togliendo alla gente la facoltà di scegliere.

Le primarie per il parlamento del Pd, del 30 dicembre 2012, hanno sì permesso di scegliere i propri candidati ma solo ai tesserati, i quali hanno deciso anche per i non iscritti (quindi la decisione viene sempre presa dal partito).

Pareggio in Senato

Silvio Berlusconi (Pdl), è convinto di ottenere di nuovo il 40% dei consensi.

Silvio Berlusconi (Pdl), è convinto di ottenere di nuovo il 40% dei consensi.

Il Pdl, che è in fase di recupero, grazie a questa legge potrà lavorare per l’ingovernabilità. Come? Il Porcellum prevede un premio di maggioranza sia alla Camera che al Senato, sistema che aveva portato ad un pareggio in Senato nel 2006, quando salì il governo di centrosinistra di Romano Prodi (poi affondato).

L’ex premier è stato chiaro nel suo commento contro il Porcellum al Corriere della Sera: “E’ la peggiore legge elettorale della storia della nostra Repubblica – afferma Prodi -, deforma la realtà. A guardare i risultati di Camera e Senato sembra di votare in due differenti Paesi”.

Se il premio alla Camera viene dato grazie a chi ottiene il maggior numero di voti su base nazionale, in Senato questo premio viene distribuito su base regionale (escluso il Molise), quindi o un partito riuscirà ad imporsi su un gran numero di regioni (sono 17 quelle che permettono il premio di maggioranza) oppure rischierà un nuovo pareggio.

Per ogni regione, infatti, la coalizione vincente otterrà il 55% dei seggi. Esempio: in Veneto la coalizione vincente otterrà almeno 14 seggi su 24, in Piemonte 14 su 22 ecc. Quindi se un partito vince alla Camera, con la garanzia di una maggioranza stabile, in Senato è tutto da vedere, in quanto il rischio è di ritrovarsi con una maggioranza troppo risicata.

Un esempio concreto? Il 2008

Pierluigi Bersani apre al centro

Pierluigi Bersani apre al centro

Già nel 2008 ci fu la prova che la legge elettorale non era in grado di garantire una stabilità politica. Quando Romano Prodi chiese la fiducia, non ebbe problemi ad ottenerla alla Camera (326 sì – 275 no), nonostante l’astensione dell’Udeur di Mastella (eletto con il centrosinistra, poi uscito dalla maggioranza), mentre il tracollo avvenne in Senato.

Due senatori su tre dell’Udeur diedero il loro voto contrario, così come Lamberto Dini (Liberldemocratici ed eletto nella Margherita), Domenico Fisichella (indipendente eletto nella Margherita) Franco Turigliatto (eletto in Rifondazione Comunista), Sergio De Gregorio (Italiani nel Mondo) mentre Giuseppe Scalera (Liberaldemocratici sempre eletto nella Margherita) ha preferito astenersi (ma l’effetto è quello del voto contrario).

Bastarono quindi solo 7 senatori per mettere sotto la maggioranza ed il governo venne battuto per 161 a 156; i numeri non mentono.

Visti i precedenti, è chiaro che il Porcellum sarà terreno fertile per i grandi compromessi (per questo buona parte dei punti del Pd sono simili a quelli di Monti?), dove il centro ed, eventualmente se eletto, il movimento 5 stelle, potranno fare da ago della bilancia, con il rischio di un nuovo crollo ed un conseguente governo tecnico.

L’Italia, in questo periodo di crisi, ha bisogno di quella stabilità politica che oggi il Porcellum non è in grado di garantire. Ancora una volta nessuno ha pensato al futuro.

Clemente Mastella, grazie al Porcellum nel 2008 contribuì ad affondare il governo Prodi

Clemente Mastella, grazie al Porcellum nel 2008 contribuì ad affondare il governo Prodi

Per il resto, la normativa prevede un programma elettorale ed un proprio capo, stessa cosa per le coalizioni, le quali devono riconoscere un unico programma ed un unico capo.

Inoltre, sono previste delle soglie di sbarramento per i seggi alla Camera. Ogni coalizione deve avere almeno il 10% dei voti nazionali, mentre le liste singole almeno il 4%, idem per quelle liste collegate ad una coalizione.

Per la ripartizione dei seggi, le liste collegate o le coalizioni devono aver superato almeno il 2% dei voti. Per il Senato le soglie di sbarramento a livello regionali sono molto più elevate: 20% per le coalizioni, 3% per le liste coalizzate, 8% per quelle non coalizzate.

Le ipotesi

Davanti a questo scenario, l’unico modo per garantire la stabilità politica è quella del compromesso. Non a caso il Pd sta già parlando di aprire a Mario Monti e alla forza centrista che lo sostiene. Il Pdl, invece, sembra che stia cercando di guadagnare quel numero di voti, grazie alla discussa alleanza con la Lega Nord di Maroni, che serviranno per ottenere i premi di maggioranza nelle regioni, per arrivare arrivare almeno ad un pareggio in Senato.

Almeno questo si legge dal messaggio che il leader della coalizione di centrodestra, Silvio Berlusconi, sembra lanciare quando affermò a natale: “inutile dare il voto al Prof, vuol dire darlo al Pd ” che tradotto sembra significare: “Votate per noi, così faremo cadere di nuovo il governo”.

L’agenda della futura opposizione sembra chiara: 1 – Cambiare legge elettorale, 2- Sfiduciare il governo, 3- Nuove elezioni; ergo il periodo buio sembra essere ancora lungo.

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